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Meeting con Paolo Crosa Lenz

27-04-2014 Domodossola – Il Lions Club Domodossola, nel corso di un meeting all’hotel Corona giovedì 27 marzo, ha voluto simbolicamente regalare alla città di Domodossola un’idea: l’anno in corso chiude, in un certo senso, il primo millennio di storia della nostra terra e costituisce un passo importante nella ricerca della sua identità storica. Ospiti del presidente Bruno Stefanetti sono stati, fra gli altri, il sindaco Mariano Cattrini e l’assessore alla cultura Bruno Iacopino. Relatore della serata il professor Paolo Crosa Lenz, past presidente del club, storico e scrittore. Parlando a braccio, collo stile lucido ed appassionato di chi vive intensamente e conosce profondamente la materia descritta, il professore ha ricordato una sua “scoperta” dell’inverno scorso, avvalorata da don Tullio Bertamini, lo scienziato ossolano mancato di recente e che Crosa, giovedì sera, sentiva “lì presente”. Ma ecco i fatti. Nel 1014 il vescovo di Novara Pietro 3° Il Prudente si recò a Dortmund per schierarsi dalla parte dell’imperatore germanico Enrico 3° di Sassonia contro le mire ambiziose di Arduino, conte d’Ivrea, che si era fatto incoronare re d’Italia. Dalla Germania il vescovo tornò con il cosiddetto “diploma di Dortmund”, che lo investiva anche della parte pubblica. Questo costituì il primo passo del progetto di un grande stato ecclesiastico novarese. Domodossola, centro della contea ossolana, diventava il baluardo fuori Novara di questo stato. Crosa Lenz, nella sua sintesi breve ma affascinante, ha ricordato altre date fondamentali di questi 1000 anni della nostra storia, i rapporti con i vallesani e con Novara, il passaggio dall’Austria al Piemonte nel 1743 (Concordato di Worms), i rapporti fra Domodossola e le sue valli. Un socio del club ha definito l’intervento di Crosa Lenz una lectio magistralis. Sono intervenuti, in chiusura di serata, anche il presidente Stefanetti ed il sindaco Cattrini per ringraziare il relatore. Il sindaco ha parlato, sulla base di un passato così mirabilmente descritto dal professore, di un futuro dell’Ossola nel quale sarà essenziale rendersi conto che l’attuale povertà del nostro territorio potrà trasformarsi solo se capiremo di essere, in realtà, ricchi, grazie alla nostra posizione strategica fra Milano e Berna ed alle nostre potenzialità turistiche ed imprenditoriali.