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Vecchie schiene o schiene vecchie?

Ce ne ha parlato il 25 ottobre nel corso di un meeting all’hotel Corona di Domodossola il nostro socio e consigliere dott. Giorgio Butti, già dirigente medico di neurochirurgia presso il Policlinico San Matteo di Pavia, dove fu anche professore di neuro-oncologia e neurochirurgia spinale. Membro fondatore dell’Associazione Italiana di Neuro-Oncologia e dell’European Association of Neuro-Oncology, attualmente è responsabile della chirurgia vertebrale presso il COQ di Omegna.

Le patologie degenerative del rachide hanno una diffusione molto importante nella popolazione e rappresentano uno dei costi sociali di maggior rilievo sia in termini sanitari che di produttività lavorativa.

Se da un lato esse possono essere l’espressione della fisiologica senescenza (vecchie schiene) dall’altro rappresentano, in alta percentuale, l’impatto negativo di una scarsa attenzione alla nostra struttura corporea derivante da stili di vita scorretti (schiene vecchie).

Dopo aver descritto la normale funzione delle strutture che compongono la colonna vertebrale (vertebre, dischi, legamenti e muscoli) è stata illustrata la sintomatologia che caratterizza le patologie a livello cervicale, dorsale e lombare.

Il dolore, che non sempre è indicativo di patologia di rilievo, deve essere combattuto con trattamenti conservativi di tipo farmacologico, fisiochinesiterapico o osteopatico.

Una corretta e completa valutazione clinica deve essere la base fondamentale che indica i percorsi diagnostici più appropriati. Se indicato, quindi, si deve procedere con le indagini radiologiche. Tra di esse, l’esame cardine è la risonanza magnetica (RM). La radiografia deve essere oggi considerata come eventuale esame complementare così come la tomografia computerizzata (TC).

Quando i trattamenti conservativi risultano inefficaci, persistendo una significativa alterazione della qualità della vita, e la diagnosi clinica è congrua con la diagnosi radiologica si deve considerare l’opportunità di un intervento chirurgico.

Eccezione a questo iter diagnostico-terapeutico è rappresentata da patologie dalle quali derivi una compressione sul midollo o importanti difetti funzionali di uno o più nervi. In queste situazioni è indicato un sollecito trattamento chirurgico.

Le tecniche chirurgiche illustrate, sia per la colonna cervicale che per quella lombare, consentono di ottenere buoni risultati con rischi assolutamente contenuti: elevata, infatti, è la percentuale di paziente che riferisce un significativo miglioramento della qualità della vita.

Lions Club Domodossola
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