
13 Ott Conferimento honoris causa della tessera di socio al cardiochirurgo ossolano Andrea Audo
Il Presidente Butti non perde tempo, ed in occasione del secondo meeting del suo anno “cala l’asso”.
Sala da pranzo del Corona gremita come solo in occasione della festa degli auguri si vede; club al completo e tanti ospiti, tutti intervenuti per assistere al conferimento honoris causa della tessera di socio al cardiochirurgo ossolano Andrea Audo.
Classe 1970, trontanese, Audo dopo la laurea in medicina nel 1995 inizia una folgorante carriera che lo ha portato a dirigere, dal 2017, la struttura complessa di cardiochirurgia dell’ospedale di Alessandria.
Nell’introdurre il nuovo socio, Butti ne ha sottolineato non solo l’abilità tecnica, assurta ormai a livello internazionale, ma anche le spiccate doti umane, che fanno di Andrea Audo degnissimo quarto socio onorario insieme a Tullio Bertamini, Andrea Accomazzo e Paolo Crosa Lenz.
Da parte sua, Andrea ha ringraziato, sottolineando il grande privilegio che per lui rappresenta ricevere questa investitura proprio nella terra che gli ha dato i natali.
Il presidente Butti, a latere della cerimonia, ha, inoltre, premiato una nutrita pattuglia di soci per la loro militanza nel club.
A cominciare dal past presidente Laurini (10 anni); e a seguire: Vecchietti (10 anni), Ambroso e Stefanetti (15 anni), Locatelli, Prola e Proverbio (20 anni), Falciola (25 anni), Micheli, Novero e Verdi (30 anni!).
Alla cena, è seguita la seconda parte della serata, quella che in molti attendevano.
Andrea Audo, infatti, ha tenuto a favore dei presenti un’interessante e documentata dissertazione dal titolo: “Storia della cardiochirurgia: dove siamo arrivati e dove vogliamo arrivare”.
Con oltre 8000 interventi cardiochirurgici, alcuni dei quali mai eseguiti prima, (come la sostituzione di due valvole mitrali a cuore battente nel 2015, oppure l’intervento su di un paziente covid positivo nel 2020) Audo avrebbe potuto rappresentare se stesso e la professione che svolge con toni autocelebrativi; ed invece si è descritto come “un sarto” che cerca di vestire il paziente con il miglior vestito possibile.
Grazie ad alcuni spezzoni filmati si è potuto cogliere la perizia micro – “sartoriale” del nostro socio e l’alto gradiente tecnologico raggiunto in questa disciplina che, comunque, resta tra quelle in cui il rischio di “morire sotto i ferri” presenta ancora una significativa incidenza.
Soddisfazioni professionali, ma anche umane; Audo ne ricorda una in particolare: un bimbo boliviano affetto da più patologie cardiache, nel 2019, sottoposto ad un complicato intervento durato 9 ore e seguito da 18 giorni di rianimazione.
Il paziente covid positivo operato anch’esso al cuore ha permesso ad Andrea di soffermarsi su di un aspetto poco noto ai profani: la scoperta, cioè, di una stretta correlazione tra patologie cardiache e coronavirus.
Quest’ultimo, infatti, agisce su di un enzima antitrombotico, inibendolo; il risultato, amplificato dal lockdown, è stata una più alta mortalità data l’impossibilità di molti soggetti a recarsi in ospedale per tempo.
Per quanto concerne il futuro della cardiochirurgia, Audo ha parlato di cuore artificiale (al momento ancora troppo oneroso) e di trapianto transgenico, utilizzando il cuore del maiale geneticamente modificato.
Lions Club Domodossola
Massimo Gianoglio addetto stampa
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Presidente Giorgio Butti