Area Riservata
 

I lions incontrano il parco

L’ottavo meeting della stagione ha visto, in apertura, il conferimento ai soci Crosa Lenz e Cavalli dell’attestato per il loro (rispettivamente) quindicesimo e decimo anno di “anzianità” nel club.

Ospiti della serata il presidente del Parco Nazionale Val Grande Massimo Bocci, accompagnato dalla consorte, e Cristina Movalli responsabile dell’Ufficio Promozione, conservazione, ricerca scientifica e divulgazione dell’ente medesimo.

Il dott. Bocci, intervenuto per primo, ha voluto accompagnare le sue parole con un video, della durata di una decina di minuti, per introdurre emotivamente la platea nelle atmosfere wilderness della Val Grande.

Agli scorci prettamente naturalistici di questa area tra le più selvagge d’Europa, al cospetto di “alberi totemici” come il castagno ed il faggio, si accompagnano quelli degli insediamenti più interni (Capraga, Caprezzo) dove “costruire, usando pietra e legname, è un atto irriflessivo, proprio come respirare”.

E mentre a Pogallo arrugginiscono gli strumenti un tempo attivi della redditizia industria del legname, altrove i terrazzamenti languono “ingoiati dal bosco di ritorno”.

Con il secondo dopoguerra, infatti, dopo il “martirio resistenziale” ancora visibile sui muri di Cicogna, ha avuto inizio l’abbandono della Val Grande; abbandono al cospetto del quale, figure come quella dello scrittore Nino Chiovini, hanno sentito l’esigenza di “uncinare la memoria che si sfalda” affinché qualcosa si salvi.

Memoria, parola particolarmente cara anche al presidente Bocci, che ne ha fatto il pilastro del suo apprezzato intervento.

Taglio più scientifico, ma altrettanto avvincente, è stato l’excursus di Cristina Movalli dedicato al ritorno del lupo sulle Alpi, la cui presenza è ormai stata accertata anche in Ossola.

In realtà i primi avvistamenti datano al 2003 (Valli Bognanco e Antrona), culminati nel 2011 con il rinvenimento di un lupo morto in bassa Ossola (tassidermizzato ed oggi esposto al castello di Vogogna); ma si trattava di esemplari isolati e non stanziali.

Da un paio d’anni a questa parte, invece, è stata accertata la presenza di un branco (5 o 6 esemplari) in alta Valle Anzasca.

Naturalmente, ha precisato Cristina Movalli, la presenza di questo canide sulle Alpi non è la conseguenza di una pratica re-introduttiva, come nel caso dell’orso o della lince, bensì di un ritorno. Il lupo, nonostante la lotta senza quartiere dichiaratagli dall’uomo, è sopravvissuto in alcune aree della nostra penisola (Abruzzo e Calabria) e adesso, con l’arretramento del suo peggior competitore da molte zone montane, timidamente riappare.

Attenti al lupo, dunque?

Anche se non mancano voci critiche circa la possibilità di una convivenza nello stesso habitat (soprattutto da parte di alcune categorie che operano nel settore dell’allevamento e della zootecnia) Cristina Movalli ritiene che uomo e lupo possano coesistere nel futuro.

Lions Club Domodossola
Massimo Gianoglio addetto stampa
Info: 347 990 4294press@lionsdomodossola.it
Presidente Andrea Borioli