24 Ott 80 anni fa c’era già la Repubblica in Italia
Il terzo meeting del 60esimo ha visto il club ritrovarsi per commemorare uno degli eventi più significativi della Storia contemporanea ossolana e dell’Italia tutta: i 40 giorni di libertà che videro la zona dell’Ossola coinvolta in un primo, timido, esperimento democratico dopo vent’anni di dittatura fascista.
Volendo offrire ai soci una lettura aggiornata, che non fosse di stampo meramente agiografico, il Presidente Bonacci ha chiamato come ospite e relatore un giovane e valente ricercatore ossolano: Andrea Pozzetta.
Responsabile scientifico della Casa della Resistenza e autore di importanti studi, tra i quali la biografia del dott. Ettore Tibaldi dal titolo Lui solo non si tolse il cappello, Pozzetta ha tenuto fede alle aspettative suscitando vivo interesse tra i presenti.
Pur andando “a braccio” ha saputo mantenere coeso il suo discorso, introdotto da alcune considerazioni storiografiche volte a, parole di Pozzetta, “umanizzare la Resistenza per uscire dal mito […] prendendo coscienza che sacralizzare un evento, spesso, comporta il rischio di una sua banalizzazione”.
Rifacendosi ai più recenti contributi storici Pozzetta ha focalizzato la sua attenzione sul lemma “repubblica” declinandolo nel contesto ossolano per evidenziare come, in effetti, quanto accadde in quei “quaranta giorni” fu un prodromo di ciò che sarebbe divenuta l’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale.
L’esperienza ossolana fu sicuramente per molti giovani il primo, vero, banco di prova su che cosa volesse dire “fare politica” dopo 20 anni di dittatura; lo stesso Ettore Tibaldi, che presiedette la giunta di governo, ebbe l’intuizione di fare dell’Ossola liberata una sorta di “laboratorio politico” chiamando accanto a sé esponenti politici anti fascisti di caratura nazionale (Umberto Terracini, Ezio Vigorelli, Piero Malvestiti).
Ma gli stessi principi fondativi che vennero impressi dalla giunta alla “repubblica ossolana” anticiparono aspirazioni politiche ed istanze culturali che saranno fatte proprie dalla futura Costituente.
Basti pensare, ha sottolineato Pozzetta, alla conquista formale della “parità di genere” con l’inserimento nella giunta di governo di Gisella Floreanini; oppure, per quanto concerne l’istruzione, al superamento di certe distinzioni classiste con l’unificazione delle scuole medie.
Non ultimo, la centralità che la giunta Tibaldi volle riconoscere alla persona umana ed alla sua dignità affidando l’amministrazione della giustizia a Ezio Vigorelli, il quale, nonostante i nazifascisti avessero ucciso i due figli, operò affinché venisse ripristinato su quel piccolo lembo d’Italia lo Stato di diritto.
Uno Stato che non infligge inutili sofferenze ai propri cittadini e non degrada la Giustizia al rango di vendetta.
Lions Club Domodossola
Massimo Gianoglio addetto stampa
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Presidente Alessandro Bonacci