11 Set Seconda “Informale”
La seconda gita informale della presidenza Butti ha visto il nostro club fare rotta su Milano, per una immersiva esperienza culturale.
La mattinata, infatti, è stata dedicata alla visita (programmata) del complesso di San Maurizio al Monastero Maggiore e della visita (non programmata, un “regalo” del presidente) alla Pietà Rondanini di Michelangelo presso il castello sforzesco.
Nel pomeriggio, il club ha concluso il suo tour meneghino al Museo Bagatti Valsecchi, accompagnato da una guida d’eccezione: il curatore stesso, Antonio d’Amico, già responsabile dei musei civici di Domodossola.
Al cospetto di una piacevole giornata settembrina, la facciata di San Maurizio in pietra grigia di Ornavasso (come ha tenuto ad anticipare il presidente sul pullman) non lasciava sospettare il tesoro al suo interno.
Ma gli affreschi cinquecenteschi sono apparsi in tutta la loro bellezza fin dal primo colpo d’occhio.
Scorrere le pareti interamente affrescate di quello che fu uno dei più importanti complessi conventuali di Milano (da cui “maggiore”) è equivalso ad un corso accelerato di storia della pittura lombarda del ‘500.
Bernardino Luini e bottega, Giovanni Antonio Boltraffio (allievo di Leonardo), Simone Peterzano (maestro di Caravaggio): tutti lì, a delineare lo spazio architettonico di quella che era un’aula “doppia” fedeli da una parte e monache di clausura dall’altra, in un rincorrersi cromatico di santi e committenti, diluvi universali e serpenti tentatori dal volto femmineo.
Per non tacere degli stalli lignei del coro e del maestoso organo a trasmissione meccanica, opera anch’essa cinquecentesca di Gian Giacomo Antegnati.
Ma, come dicevamo, la sorpresa che il presidente ha tenuto nascosta fino all’ultimo è stata la puntata al castello sforzesco per ammirare presso l’Ospedale spagnolo la Pietà Rondanini, ultima opera “non finita” di Michelangelo.
Sul significato tecnico e spirituale che si cela dietro il concetto di “non finito” era già venuto in soccorso sul pullman il nostro socio Aurelio Sciaraffa; per cui l’incontro de visu con la scultura è stata decisamente rivelatrice per molti tra i presenti.
Pur “non essendo fatti “per viver come bruti” anche i lions ad un certo punto non hanno saputo resistere al richiamo del risotto alla milanese con l’ossobuco e si sono, quindi, diretto alla rinomata Osteria del treno per il meritato pranzo, dove ad attenderli c’era già Antonio d’Amico.
Leggermente appesantiti dal lauto pasto (nonostante il buco dell’osso che poteva lasciar presagire una quaresima fuori stagione) il gruppo è stato, infine, introdotto al Museo Bagatti Valsecchi dal curatore in persona, per una visita leziosa, ma approfondita, tra gli ambienti di una delle più rinomate dimore neo rinascimentali d’Europa.
Non è naturalmente mancato, un breve passaggio lungo Via Monte Napoleone, giusto per vedere se anche a Milano erano già arrivate le mise che vanno in questo momento a Domodossola.
Lions Club Domodossola
Massimo Gianoglio addetto stampa
Info: 347 990 4294 – press@lionsdomodossola.it
Presidente Giorgio Butti